ragionamenti
lettera al senatore
Nicola Morra
Lettera al senatore Nicola Morra
Salve Nicola, ho ascoltato il tuo video del 18-08-2019, giorno in cui è stato condiviso in internet,
dove parli di un movimento il quale ci ha insegnato che 1 vale 1 nella misura in cui si riesce a portare argomentazioni, contenuti e iniziative, affinché la ricchezza del singolo individuo e il suo stato di coscienza vengano messi a disposizione del gruppo.
Inoltre, continuando nel discorso, ribadisci che si può essere severi solo se si è anche intransigenti con se stessi.
Luigi DiMaio a Cosenza il 28-07-2019 dice che molti attivisti del m5stelle ritenendosi puri e pensando di essere più vecchi come iscritti, con questo atteggiamento impediscono l'ingresso e l'espressione ai nuovi iscritti.
Per chi non lo avesse compreso, Luigi DiMaio, spiega che il problema del nonnismo, quando si verifica, l' 1 vale 1 e i contenuti e la valenza dei singoli, incominciano a contare di meno, fino ad essere impediti nella possibilità di potersi esprimere e di poter emergere, e di conseguenza si ferma anche il rinnovamento e l'evoluzione del movimento.
Ma, allora, se, sia Nicola Morra che Luigi DiMaio hanno ben presenti tutti questi concetti, cosa impedisce ancora nel movimento di comunicare e di esprimere le idee e perché nello stesso tempo, c'è tanta disattenzione e tanta sottovalutazione nei confronti di molti iscritti ?
L'unica spiegazione che al momento riesco a dare è che nell'esasperata tentazione di chi si sente assediato da tutte le parti la dirigenza cerca di mettere in pratica metodi di selezione e di esclusione che molti singoli attivisti non riescono più a capire e a gestire, in un gioco dove spesso si scontrano gli uni con gli altri per futili motivi o per false convinzioni.
Bisogna ammettere che il non statuto e l'astrazione qualche strascico lo hanno generato producendo un'adesione al movimento estremamente complessa.
Ho notato che l'espressione del povero attivista calabrese: " Ka nessuno e fesso " pronunciata nell'incontro tra Luigi DiMaio e gli attivisti calabresi, è stata sottovalutata, come se si trattasse della solita battuta e non si è compreso che, invece era sentita, perchè nella percezione di molti calabresi c'è la netta sensazione che qualcuno stia giocando con la vita delle persone e con il tempo di ognuno.
Al concetto di mandato zero e alle implicazioni che derivano dalle stesse espressione di Luigi DiMaio che dice:
A me interessa non disperdere l’esperienza maturata dal consigliere comunale” durante il suo mandato, esperienza che il consigliere “può portare in altri consessi, ad esempio in Regione, in Parlamento o all’Europarlamento”;
ha poi risposto il consigliere del comune di Scalea, Renato Bruno, dicendo senza mezze misure, che, per sua esperienza, fare il consigliere comunale non ti prepara affatto a fare il deputato, spiegando nella sostanza, che, se non si hanno le qualità giuste, non si è in grado di ricoprire il ruolo di parlamentare della repubblica.
Quindi, come si può vedere, questi poveri e malandati calabresi qualcosa cercano di articolarla, parlando di ciò che è utile, mentre ciò che nell'assemblea non è emerso, a mio avviso è dipeso semplicemente dal fatto, che non si è lasciato parlare chi poteva aggiungere ciò che è mancato nella discussione, confermando anche un'atavica caligine di chi non vuol sentire.
In tutti questi anni le proposte fatte sono state tantissime.
Per capire cosa ha appreso il movimento, bisogna studiare quello che hanno scritto i singoli attivisti, che sono svaniti nell'anonimato, anche e perché chi dirigeva i blog, i forum e i meccanismi del movimento, con la panacea risolutrice della privaci (di chissà chi), ha cancellato, riscritto e scritto di tutto e di più, mentre i profili di molti non si sa più cosa sono ne come siano stati gestiti.
Per quello che mi riguarda, già molti anni addietro, potevamo incontrarci di persona, ma poi non è successo, e ci siamo visti faccia a faccia a Cosenza il giorno 28-07-2019 in occasione dell'incontro con Luigi DiMaio e gli attivisti calabresi, dove tu, mentre parlavi, vedendo che stavo ascoltando, mi hai chiesto: ma tu chi sei ? ed io ti ho risposto: ero in lista con Prospero alle comunali di Villapiana - e tu hai annuito: ah ecco.
Tutto quello che accade dimostra che non è affatto scontato che le persone che hanno argomentazioni comuni possono incontrarsi in un movimento così arretrato e così artefatto.
Ciò mi porta a fare le seguenti considerazioni:
I partiti, i movimenti, ecc., essendo di parte, tendono a chiudersi e a chiudere il cerchio delle loro conoscenze.
Nel mio caso, poi, pur essendo iscritto regolare da tanti anni al m5stelle, non sono mai diventato come te il figlio di un comico (per dirlo con le tue parole, nel senso che non ho mai parlato ne conosciuto Grillo, se non che da lontano o in televisione), forse, perché avevo già studiato e scritto molto prima che il movimento nascesse.
Personalmente ho collaborato, comunque, con chiunque ha cercato di migliorare, dando il mio contributo come tanti altri attivisti, per il miglioramento dell'intera comunità, condividendo le più svariate argomentazioni.
Come tu dici, siccome nessuno è perfetto e la qualità della vita dei deputati del m5stelle, per l'attività parlamentare svolta è cambiata così tanto, che molti di voi non riescono più a parlare e andare oltre a un semplice :
chi sei ?
Permettimi di fare un'altra battuta ancora:
Luigi DiMaio ti ha superato ed è andato più oltre ancora, infatti non ha ritenuto di alcuna utilità accogliere una mia semplice domanda ignorandomi del tutto.
Sia chiaro che le mie osservazioni non sono personali e dirette a te, solo perché non mi hai rivolto più di due parole o a DiMaio che non me ne ha rivolta nemmeno una (perché, altrimenti, sarebbero una visione troppo riduttiva, superficiale e di un individuo che a differenza di me non ha cultura), ma serve per dire che nel movimento le persone comportandosi in tale modo non si accorgono neanche di chi hanno davanti o di chi gli sta attorno.
Comunque è un problema generale, che non riguarda solo il movimento 5 stelle, ma tutti i gruppi:
Questo accade in genere quando non si hanno informazioni per capire che esistono culture diverse dalla propria e tante altre linee di pensiero, e indicano dei limiti che una società intelligente, a mio avviso, deve prendere in seria considerazione se si vuole evolvere, altrimenti, penso che continuerà semplicemente nella mediocrità.
Tutto questo per me evidenzia una chiara carenza di visione, di comunicazione, di trasparenza e di coerenza.
Quando tu dici che, se noi riuscissimo a passare dal 2 al 3 percento della nostra capacità intellettiva riusciremmo a fare un grande cambiamento, bisogna rendersi conto, che molti ancora non hanno la libertà di farlo, per l'ignoranza, per indottrinamento e per l'intolleranza alla democrazia.
Come ho già detto alla senatrice Silvana Abate e adesso lo ripeto anche a te:
Oggi, se si va a votare è molto probabile che il partito della Lega di Salvini, (che dalla gente è visto come quello che fa le cose, agisce contro i delinquenti e abbassa le tasse) ottiene una buona maggioranza di voti.
Questo, come ho detto è molto probabile, anche con tutti i reclami e con tutti gli ultimi insulti che si sono stati rivolti a Salvini nei social e per le strade, semplicemente perché in questo momento la gente ha le orecchie e gli occhi chiusi, avendo superato il livello della sopportazione e per questo motivo è capace di mettere in secondo piano sia l'etica che l'etica astratta.
Dal canto nostro è un dato visibile e sotto gli occhi di tutti che ci conosciamo pochissimo anche all'interno del movimento.
Caro Nicola, ripeto che per me è apprezzabile il tuo impegno e il tuo lavoro per incentivare la cultura della serietà, ma consiglio di fare attenzione alla parola ridistribuzione, perché, se paragonata al diritto di comunicazione, apre orizzonti che tutti hanno il dovere di valorizzare veramente, sopratutto quando ci si propone come attuatori di onestà intellettuale e culturale.
Riflettiamo bene su cosa vogliamo dire quando affermiamo che:
bisogna dare a chi ha ben poco; bisogna parlare di giustizia sociale; bisogna permettere a tutti quanti di conoscere e di esprimersi; bisogna tornare ad essere curiosi,
ma, poi non riusciamo a parlare con chi abbiamo vicino, non troviamo il tempo per farlo e non sappiamo nemmeno che esiste ?
Non stiamo così mortificando la società in cui viviamo ?
Infatti, o per mancanza di tempo o per svariati altri motivi, nei fatti, intanto, giriamo la testa dall'altra parte.
Penso che qualcosa non funziona, anzi, secondo il mio modesto parere, bisogna farsene una ragione e accettare il fatto che probabilmente non si è in grado di comprendere quello che sta accadendo.
Chiediamoci, inoltre, se è utile capire se si stanno facendo solo errori di distrazione e di prospettiva o se c'è altro ancora che nessuno nel movimento vuole dire ?
Come italiano, come calabrese e come arberesh, so che esiste una legge sulla tutela delle minoranze che non viene onorata e rispettata, sopratutto nel servizio pubblico radiotelevisivo.
Ricordo che in Calabria c'è il caso di Roberto Verta che, seppur riconosciuto da molte delle nostre comunità arberesh per il suo servizio doveroso alla cultura, non riesce ad ottenere una semplice frequenza radiofonica.
Siccome tra gli ultimi documenti che ho redatto, in seguito a un incontro con gli attivisti dell'alto Ionio cosentino a Corigliano Rossano ho fatto una proposta di base per l'organizzazione del movimento, vorresti esprimere la tua opinione in merito ?
Distinti saluti
Plataci li 19-08-2019
Stamati Domenico Basile